“Antichi mestieri che tornano ad incontrare il futuro”. Il Festival della Soft Economy della Fondazione Symbola si è aperto con una sessione dedicata al Ri-Made in Italy, nella quale il presidente dell’Associazione Giovani Gioiellieri d’Italia, Giorgio Isabella, ha raccontato le potenzialità dell’incontro tra eccellenza artigianale e digital.

Una interpretazione originale del binomio tradizione-innovazione che i Giovani Gioiellieri d’Italia propongono con il progetto Lux Made In: il primo distretto digitale dei distretti del gioiello made in Italy www.luxmadein.com

Manifattura d’eccellenza, micro-impresa (4 addetti in media), 90% di export: questa l’istantanea della Gioielleria made in Italy, una categoria che esporta oltre 6 miliardi di euro (2013).

L’80% del mercato della Gioielleria mondiale è “unbranded”: una vera opportunità per il Made in Italy, che l’Associazione Giovani Gioiellieri d’Italia ha intuito prima di tutti e sulla quale sta costruendo un progetto di sistema, che mira a fondare dalla base, dai veri produttori d’eccellenza, il polo del lusso artigianale made in Italy.

In questo senso, la contemporaneità dell’approccio è data dal web e dal digital: le ricerche di “made in Italy” online – più precisamente su Google – crescono a doppia cifra di anno in anno, ancora +14% nel 2013. Lux Made In si propone di intercettare questa domanda potenziale proveniente dall’estero racchiudendo in un distretto digitale il meglio della produzione di gioielleria e accessori di Arezzo, Valenza, Vicenza oltre che lo splendido patrimonio delle nicchie manifatturiere locali.

“Raccontare i territori, le tradizioni e la cultura: l’orizzonte valoriale che garantisce agli oggetti fatti a mano in Italia quell’aura di desiderabilità che nessun altro Paese al mondo può restituire”. Questa secondo Giorgio Isabella la strada maestra per esportare l’eccellenza orafa italiana, online.

Scopri il video con la sintesi dell’intervento del presidente dell’Associazione.